Teatro romano di Spoleto – La musica degli scabillari

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Nel teatro romano di Spoleto un’iscrizione ci parla degli SCABILLARI, abili polistrumentisti, antenati dei nostri direttori di orchestra.

Siamo a Spoleto, nella splendida cornice del teatro Romano che fu scoperto nel 1891, quasi per caso, dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini all’interno di un chiostro di un monastero e quindi riportato alla luce, durante un’incredibile opera di restauro, tra il 1954 e il 1960. Un’antica iscrizione del II a.C. scolpita in un blocco di travertino, cita una categoria di musicisti dell’epoca: gli scabillarii (o scamillarii). L’epigrafe conserva molti resti del colore rosso che veniva usato per farla risaltare ed è un tributo di questi artisti al loro patrono Marco Settimio Severo.

 😎  GLI SCABILLARI

Ma chi erano gli SCABILLARI? Erano gli antichi suonatori dello SCABELLUM (o scabillum), uno strumento a cerniera che si suonava con i piedi e consisteva in una specie di scatola di metallo o di legno con una fenditura orizzontale o più semplicemente due tavolette indossate come un sandalo, all’interno delle quali c’era una membrana che, sotto pressione, emetteva un suono. Lo scabellum di cui conosciamo la versione greca, sotto il nome di kroupeza, è l’antenato del nostro charleston, elemento di batteria moderna.

Questo strumento noto da fonti iconografiche è rappresentato dal II secolo a.C.; il musicista, con un movimento del piede, poteva segnare la misura su brani musicali e non solo… Spesso lo scabellum era suonato insieme ad un doppio flauto (tibiae), così gli scabillari potevano esibirsi in vere e proprie melodie ritmate, dando, nello stesso tempo, indicazioni ai mimi che si esibivano sul palco. Nello spettacolo noto come PANTOMIMA, ad esempio, i musicisti non dovevano solo accompagnare i canti del coro, ma anche regolare i gesti degli attori, che dovevano mimare seguendo il ritmo musicale.  Dei veri e propri direttori d’orchestra. Ecco rappresentato uno scamillarius (primo personaggio a sinistra) in un mosaico a Roma, ritrovato nel tempio di Diana sull’Aventino (prima metà del III sec. d.C.). 

😯 CURIOSITÀ

Il termine PANTOMIMA, derivante dal greco PANTA (interamente) + MIMOS (attore, istrione), designava quella rappresentazione teatrale in cui gli attori eseguivano ogni sorta di segni convenzionali senza voce, solamente danzando e mimando, accompagnati dal flauto.  Tali rappresentazioni volgevano ordinariamente sopra soggetti osceni e quindi le pantomime erano tenute per gente immorale e spregevole, come i corruttori dei pubblici costumi.

Lo stesso Giovenale in una delle sue satire, pubblicate tra il 100  e il 127 d.C., cita la PANTOMIMA del ballerino Batillo (Bathyllus) in un contesto a sfondo altamente sensuale ed erotico:

Chironomon Laedam molli saltante Bathyllo
Tuccia vesicae non imperat; Apula gannit
 Sicut in amplexum, subito et miserabile longum.
Attendit Thymele: Thymele tunc rustica discit.

Trad: Quando languidamente Batillo danza la pantomima di Leda,
Tuccia non sa frenare la libidine e Àpula con lunghi lamenti
 ansima concitata come al culmine di un amplesso;
Timele è tutt’occhi e ciò che ancora non sa, l’impara.

Giovenale, Saturae, I

😉 INFORMAZIONI UTILI 

Il teatro romano di Spoleto fa parte del circuito museale ed è visitabile acquistando il ticket valido anche per il Museo Archeologico Nazionale, situato nell’area dell’ex monastero di Sant’Agata.

Per informazioni sul circuito museale spoletino e per la Spoleto Card CLICCA QUI

Orario di apertura Museo Archeologico Nazionale e Teatro di Spoleto
Tutti i giorni 8.30 / 19.30
Chiuso il 25/12 e il 01/01

Tariffe d’ingresso:
Biglietto Intero: € 4,00
Biglietto Ridotto: € 2,00 dai 18 ai 25 anni
Gratuito fino a 17 anni

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